mercoledì 17 febbraio 2010

ITALIA ("VENETO").

LA SCENOGRAFIA DI UN TEATRO.

Dopo aver visitato villa Godi a Lugo di Vicenza, una delle sue prime opere, mi convinco di essermi ormai fattomi un'idea del Palladio.
Vicenza, però, mi lascia spiazzato.
L'opera del grande architetto è incontaminata.
Mentre a Venezia le opere palladiane sono circondate da altri edifici, progettati dagli architetti più disparati, di epoche diverse.
Forse solo la chiesa del Redentore conserva l'atmosfera originaria.
L'arrivo a Vicenza di Palladio può essere considerato il frutto di una felice coincidenza: l'uomo giusto nel posto giusto e soprattutto al momento giusto.
Proprio quando Vicenza decise di spogliarsi del suo aspetto gotico, arrivò il Palladio.
In città ci sono 23 edifici palladiani ancora intatti, ognuno dei quali è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco.
Altri 16 si trovano nei dintorni.
Anche gli altri eleganti palazzi cittadini, costruiti da architetti dell'epoca, sono chiaramente ispirati al Palladio.
Il risultato è un magnifico senso di unità, così armonico che sembra quasi la scenografia di un teatro: non mi stupirebbe vedere le persone vestite in farsetto e calzamaglia.
Il primo palazzo commissionato al Palladio a Vicenza è anche uno dei più famosi edifici pubblici della città, oltre a essere il simbolo.
Dato il nome e l'aspetto, davo per scontato che la basilica fosse una chiesa, anche se con questo termine gli antichi romani indicavano un edificio pubblico.
All'epoca Vicenza era sotto il dominio di Venezia e la basilica era la sede del consiglio cittadino.
Al Palladio fu affidato il compito di rimodernare l'edificio gotico preesistente.
L'architetto fece di più: lo trasformò completamente.
L'altissimo soffitto è sorretto da una loggia neoclassica a due piani di sorprendente semplicità.
La basilica si trova in piazza dei Signori, dal lato opposto rispetto a un altro edificio palladiano più recente, la loggia del Capitaniato, un arco di trionfo con massicci capitelli corinzi e balconi sporgenti.
Nulla, però, rappresenta il genio del Palladio meglio del suo ultimo progetto.
Prima che fosse costruito il teatro Olimpico, in Europa non esistevano teatri coperti permanenti: le rappresentazioni si svolgevano su palchi temporanei.
Secondo il progetto di Palladio, il teatro avrebbe dovuto prendere il posto delle ex prigioni sotterranee della città, vicino alla sponda del fiume.
L'influenza di Vitruvio è evidente: chi è stato in un teatro romano noterà un'atmosfera familiare.
Palladio non visse abbastanza per vederlo completato: morì nel 1580, passando al figlio il compito di finire l'opera.
Lascio Palladio con un'ultima curiosità: mi chiedo se, dopo l'inaugurazione del teatro, avrebbe preferito come dessert l'appiccicosa bussola con i pinoli e i canditi o un gelato alla mandorla.

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