giovedì 25 febbraio 2010

ARGENTINA ("ESQUEL").

VENT"ANNI DOPO, durante la febbre liberista degli anni novanta, l'ultimo treno a vapore della Patagonia ha rischiato di essere soppresso perchè aveva i conti in rosso.
Gli amministratori della provincia del Chubut decisero di salvarlo, ma solo la tratta Esquel-El Maitèn, vicino al Rio Negro.
Da quando è diventata un treno turistico, La Trochita è risorta.
Non è un treno ad alta velocità, ma è proprio questo il suo fascino.
Continua a viaggiare a una media di venti chilometri all'ora fischiando a ogni curva.
Ne approfittiamo per fotografare le valli che ci scorrono davanti, per sporgerci dal predellino o per fare gli equilibristi nella pedana traballante che collega i vagoni.
Oppure passiamo il tempo in una delle due carrozze ristorante, da dove arriva il profumo di una torta fatta in casa.
Il macchinista ci cede il posto e ci lascia ammirare la locomotiva.
Il suo non è un lavoro facile: le caldaie sono roventi, il fuoco è una minaccia e fa un caldo infernale.
Rimaniamo lì per qualche minuto e scattiamo qualche foto prima di scendere e visitare un piccolo villaggio mapuche.
Un esercito di bambini ci accoglie salutandoci, offrendoci delle stoffe, oggetti di artigianato e cibo.
Compriamo le tipiche "tortas fritas", che mangeremo durante il viaggio di ritorno.
Abbiamo poco tempo e non possiamo perderci nel museo delle culture patagoniche, in cui sono conservati antichi strumenti musicali, vasellame e oggetti della cultura mapuche.
La locomotiva sbuffa e annuncia che sta cominciando le manovre per fare ritorno a Esquel.
Prima avanza leggermente, poi retrocede e, avvolta in una nuvola di fumo, emette una sorta di grugnito.
E' ora di tornare.
La passeggiata da Esquel a Nahuelpan non è l'unica possibilità per chi vuole vivere l'esperienza della Trochita.
El Maitén è una tranquilla località sul quarantaduesimo parallelo, nella regione andina.
E' famosa per i laghi, le valli e per aver ospitato il bandito statunitense Butch Cassidy, che si rifugiò qui durante la fuga.
A El Maitèn si possono visitare le officine delle vecchie locomotive.
"Questo è un paese ferroviario.
In tutte le famiglie c'è qualcuno che ha lavorato nelle ferrovie", assicura Carlos Kmet, capo officina.
"Mio padre e mio nonno arrivarono dalla Polonia per costruire il treno.
Poi si stabilirono qui.
Mio nonno era a bordo quando il treno fece il suo primo viaggio fino a Esquel".

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