venerdì 5 marzo 2010

U.S.A. - MESSICO

LA TEMPESTA (Segue II° Parte).

Gli ultimi trecento chilometri verso est sono una discesa nell'umida febbre del Golfo.
Il cosidetto "Texas tropical trail" (cammino tropicale del Texas) si stende sul versante messicano attraverso Reynosa e'Matamoros, martoriate dalla guerra, e su quello texano attraverso McAllen e Brownsille.
Poco tempo fa Brownsille si è dichiarata la cittadina più povera d'America.
L'atmosfera diventa improvvisamente inquitante, nonostante i colori sgargianti degli uccelli sui fili del telefono e i cocomeri venduti a sacchi lungo la strada.
Il cielo diventa scuro in quel modo che in Texas annuncia l'arrivo di una tempesta, e il sole splendente si fa di un tetro rosso sangue.
Le palme si piegano nel vento e la pioggia arriva forte e improvvisa.
Devo raggiungere la fine della strada, l'orlo di Amexica, un posto chiamato Boca Chica, che per quel poco che uno può vedere attraverso la tempesta sembra una specie di cittadina inglese tropicale, solo che la pioggia cade in diagonale e il vento è caldo.
Guardando la mappa inzuppata mi accorgo che sono vicino al luogo dove fu combattuta l'ultima battaglia della guerra civile americana.
Forse qualche mese fa questo posto era pieno di bellezze in bikini e ragazzi che giocavano a frisbee, ma ora le promesse del Boca Chica village store scritte in nero su un cartello bianco sono un inganno, perchè il locale, come ogni altra cosa, è chiuso.
Pochi chilometri a sud, il Rio Grande raggiunge il golfo, e io dieci giorni dopo aver lasciato Los Angeles ho raggiunto la mia meta.

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