giovedì 25 marzo 2010

LIBANO.

IL LIBANO IN CUCINA.

"Città medievali e rovine romane condite con agnello, sfoglie farcite e granchi grigliati.
Per chiudere, le specialità di pasticceria".

C'è un avvertimento che il Foreign office non ha aggiunto alle sue raccomandazioni per chi viaggia in Libano: non aspettatevi di fare le cose di fretta se vi interessa il cibo.
E' una mattina tersa e soleggiata e sto camminando per le strade di Beirut con una meta precisa.
Dopo un minuto, però, l'odore di un forno mi fa cambiare strada.
Il mio naso mi guida da Ichkhanian, in via Beyham: da fuori sembra un fornaio qualunque, ma dentro ha il forno a legna più grande che io abbia mai visto.
Tre uomini lavorano senza sosta per impastare, stendere e infornare il tipo di pane libanese che li ha resi famosi.
Le sottilissime sfoglie circolari, simili a pizze non lievitate e note come "lahm biajin", di solito sono guarnite in due modi diversi.
Scelgo quelle con l'agnello e i pinoli, cotti e croccanti, a cui aggiungo limone e paprica.
La giornata non potrebbe cominciare meglio.
Anche se sono britannica fino al midollo, ho sempre considerato il mondo arabo la mia casa spirituale dal punto di vista culinario.
Il "mezze" è probabilmente il cibo che preferisco mangiare: mi piace sbocconcellare qua e là, mischiare, pulire il palato con dei sottaceti e poi fare un altro giro delle ciotole.
Durante gli anni la mia passione per il "mezze" mi ha portato in Israele, Turchia e Marocco alla ricerca di nuove ricette e ingredienti.
Sapevo, però, di dover venire in Libano per scoprire i sapori autentici.
Questo è il paese che ha inventato il "mezze", oltre a essere la perla della cucina mediorientale.
La mia guida è Kamal Mouzawak, un appassionato gastronomo che è stato il rappresentante libanese di Slow food.
Kamal è rimasto deluso dalla politica dell'associazione e ha deciso che poteva fare di più lavorando "dal basso", nel suo paese.
Ha avuto ragione.
Da allora ha avviato una serie di progetti per preservare, promuovere ed esaltare la cucina tradizionale libanese.
Tra le varie iniziative ci sono il Kitchen workshop a Beirut, che organizza seminari e corsi di cucina, e la prima guida del Libano non solo per turisti, che pubblica saggi di architettura, musica e cinema firmati da libanesi illustri, oltre a una serie di informazioni pratiche su dove dormire e mangiare.
La missione di Mouzawak è documentare ricette antiche e semisconosciute, che vorrebbe raccogliere in un libro di cucina.
E' lui, infine, l'uomo che ha fondato il Suq el Tayeb, il primo mercato contadino del Libano che "salvaguarda e promuove la conoscenza sulle tradizioni culinarie".

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