venerdì 26 marzo 2010

LIBANO.

LA MATTINA DOPO raggiungiamo in auto Tripoli, famosa per i mobili e per la pasticceria.
Non riesco a pensare a un posto migliore di Hallab e figli per assaggiare le dolcezze libanesi.
Hallab è un vero e proprio tempio di sette piani, gestito da quattro generazioni dalla famiglia Hallab.
Consiglio di fare il tour completo, ma un caffè al piano terra basta per farsi un'idea.
Hallab produce circa 65 tipi diversi di dolci e paste, tutti fatti a mano.
Non perdetevi "l'halawet el jiben", specialità della casa, una specie di crema di formaggio dolce in una sfoglia di incredibile delicatezza.
Dopo aver accumulato migliaia di calorie, attraverso a piedi l'antico suq di Tripoli: cataste di foglie di dattero e di vite, pezzi di trippa, file di tute da ginnastica, polli vivi, piramidi di arachidi, frutta essicata, erbe, libri, chador e quarti di bue appesi ai ganci.
Nella calca i venditori di tè trasportano sui vassoi i bicchierini e le teiere fumanti per dissetare chi sta ai banchi.
Dopo aver assorbito gli odori del mercato, affronto la cittadella con uno zelo che impressionerebbe perfino i crociati che l'hanno costruita un migliaio d'anni fa.
E' una magnifica fortezza sulla vetta più alta di Tripoli, con una vista mozzafiato sulla città.
Incredibilmente ho di nuovo fame, così mi metto in cerca di Danoun,un ristorante senza fronzoli in cui non servono alcolici.
E' il miglior posto in città per i legumi secchi: i "ful" (fagioli grandi essicati), "l'hummus" e i "fatteh" (ceci cotti nello yogurt con pezzi di pane fritto) sono i migliori che abbia mangiato.
Kamal e io ripartiamo per Beirut lasciandoci a sinistra le montagne ricoperte di neve e a destra il Mediterraneo.
Torniamo all'Hotel Albergo, che ha una magnifica piscina sul tetto e una terrazza che oltre al bar ha anche una vista panoramica sulla città.
La mattina dopo Kamal mi passa a prendere di buon'ora per la nostra ultima gita: la verde valle della Bekaa, riserva di grano del paese e grande zona di produzione vinicola.
Sono circa le sette quando attraversiamo la prima catena di montagne, sovrastati dal cielo azzurro e con la Siria visibile in lontananza.
La valle è davanti a noi, coperta dalla nebbia mattutina.
Man mano che il terreno si riscalda la foschia si dirada, e quando raggiungiamo le rovine di Baalbek l'aria è limpida e frizzante, spazzata solo dal suono di migliaia di voci che gridano "Hezbollah! Hezbollah!".
Oggi è il giorno di rimembranza di uno dei martiri di Maometto.

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