mercoledì 31 marzo 2010

MESSICO (TULUM E PLAYA DEL CARMEN).

NEL SILENZIO ASSOLUTO avanziamo per le gallerie sotterranee, con la sensazione di galleggiare nello spazio siderale.
La luce delle torce illumina grosse stalattiti e stalagmiti che sembrano lance primitive.
Quando la temperatura dell'acqua diminuisce significa che siamo scesi oltre i dieci metri.
Guardando verso il basso scopro un abisso nero e senza fondo, ma non c'è pericolo perchè le guide sono molto attente a far rispettare le misure di sicurezza. Guardando in alto si vede l'aureola luminosa della bocca del cenote, che ci tranquillizza di fronte alle minacciose e lunghe stalattiti della caverna.
Sul bordo inferiore dei cenote - che di solito sono circolari e hanno pareti scoscese - a volte si vedono sott'acqua delle radici che sembrano tentacoli: appartengono ad alberi alti fino a trenta metri. La profondità massima raggiunta durante questa escursione è di dodici metri.
Seguendo il percorso stabilito passiamo accanto a un grande fossile incastonato nella roccia, per poi uscire in superficie da un altro cenote.
Entrare da un'apertura e uscire dall'altra evoca ancora una volta Jules Verne.
Nel "Viaggio al centro della terra", Otto Lidenbrock finiva il suo fantastico periplo espulso dalle viscere del pianeta grazie a un'eruzione dell'Etna, dopo essere entrato da un altro vulcano distante migliaia di chilometri.


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