venerdì 19 marzo 2010

INDIA (RISERVA DI "BINSAR" STATO DI "UTTARAKHAND").

LA PARTITA DI CRICKET.

Al mattino ci dirigiamo al villaggio di Jhuni, a dieci chilometri di distanza.
Il cielo è limpido e in lontananza si sentono i campanacci delle mucche.
Al villaggio di Tarshal, i namaste, accompagnati da larghi sorrisi, salutano il nostro passaggio.
Di qui cominciamo l'ascesa verso la catena successiva dove si può ammirare una vista spettacolare delle montagne della valle di Saryu.
A Kal Jhuni, ultimo villaggio indiano prima del Tibet, gli ospiti possono spalancare le finestre su uno dei panorami più belli del mondo: la cima di Nanda Kot, a settemila metri d'altezza.
Il giorno seguente c'è il faticoso trasferimento a Chiltha, vicino a Jakuni Bhugiyal, dove apriranno i campeggi di Village Ways.
Da Supi è un'ascesa di quasi quattro ore.
Una volta in cima, però, ci godiamo la vista su Kotila, Nanda Devi e sul passo di Madhari.
Trascorro un altro giorno a Supi per andare a visitare la parte bassa del villaggio, dove ci sono le botteghe artigiane.
Village Ways sta incoraggiando gli abitanti a vendere i prodotti tipici, come il miele (le api dell'Himalaya amano i fiori di rododendro) e i copriletti di lana.
Per strada incontriamo il capitano Sahib, uno degli anziani del villaggio.
"C'è chi dice che sia un errore permettere ai turisti di addentrarsi in una zona così incontaminata", dice, "ma in realtà è stato un bene.
Per le donne ci sono buoni posti di lavoro nell'amministrazione e c'è stato un generale aumento dell'occupazione".
Le donne svolgono gran parte del lavoro, come dimostrano le profonde rughe sul volto e i calli sulle dita.
Oggi sono più libere e cominciano a poter esprimere la loro opinione, nella speranza che le figlie abbiano un futuro migliore.
Quando torniamo alla pensione assistiamo allo spettacolo surreale di una partita di cricket.
Tra i monti dell'Himalaya c'è addirittura qualcuno che fa la cronaca dell'incontro da un altoparlante alimemtato a energia solare.
Arriviamo alla fine della partita, giusto in tempo per vedere il villaggio da Tarshal portare via la coppa a quello di Supi.
E' il momento di assegnare il trofeo per il migliore in campo: i ragazzi si girano verso di me e mi chiedono di consegnarlo al vincitore.
Il calore inaspettato del gesto mi coglie completamente di sorpresa: mi rendo conto di quanto sia raro e prezioso questo puro spirito di ospitalità.
Himanshu mi aveva raccontato di una turista che ha visitato i villaggi per due volte in dei mesi.
Quando l'ho saputo ho pensato che fosse pazza, ma ora, dopo essere stata a Supi e a Bisnar, capisco il suo entusiasmo.
Il senso di pace del villaggio ti rimane addosso molto tempo.
Himanshu è riuscito a preservare uno stile di vita che altrimenti sarebbe andato perduto per sempre.

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