martedì 23 marzo 2010

NICARAGUA (ISOLA DI "OMETEPE").

IL TAPPO DELLA LAGUNA.

Sono le nove di sera e sono seduta al bancone di un bar in compagnia del nostro benefattore.
Per cercare di rassicurarmi, Harald mi racconta una delle sue storie.
"Diecimila anni prima di Cristo, l'isola di Ometepe non esisteva.
Due tribù vivevano in pace sulle terre meridionali del Nicaragua, ma la regola voleva che i due popoli non si mescolassero.
Un giorno un ragazzo della tribù Tiaguanaco s'innamorò di una bella ragazza dell'altra tribù, quella dei Chibchas.
I due amanti consumarono il loro amore in segreto fino al giorno in cui il padre della ragazza scoprì la relazione e uccise l'innamorato della figlia.
La ragazza pianse tutte le lacrime che aveva in corpo, dando vita al lago Nicaragua.
Poi si uccise.
La leggenda narra che il suo seno generò i due vulcani che oggi dominano l'isola".
Con questo racconto shakesperiano in testa vado a dormire.
Durante la notte sogno semi giganti, pozioni magiche e vulcani che si infiammano.
Intanto Eliot guarisce e chiede di essere dimesso il più presto possibile.
Per fargli dimenticare questa brutta avventura, Harald indossa di nuovo i panni del "salvatore" e ci porta alla scoperta del vulcano Maderas.
L'escursione dura quasi otto ore.
Prendiamo una strada fangosa in mezzo alla foresta tropicale.
Non è la prima volta che mi addentro in una foresta, ma confesso di avere un po' paura: dietro questi alberi si nascondono ghepardi, boa e ragni velenosi.
Le scimmie urlatrici si sgolano, dandomi l'impressione di essere circondata da un'orda di cani selvatici.
La vegetazione sprigiona un profumo indescrivibile e sconosciuto.
Solo gli incontri con i pappagalli verdi, gli urracas, le gazze dalle ali blu e le scimmie cappuccine mi fanno dimenticare i pericoli che nasconde questo ecosistema straordinario.
Improvvisamente un immenso insetto nero si posa su un cespuglio.
Bisogna allontanarsi al più presto perchè si tratta di una vespa pepsis.
Ancora con il fiatone, la guida ci spiega che questa creatura mostruosa può far fuori una migale: la paralizza e poi le depone le uova sul dorso.
Dalle uova usciranno le larve che divoreranno il ragno indifeso.
Per avvicinarci alla vetta del vulcano entriamo in un universo nebuloso.
La visibilità si riduce a due metri e una nuvola appesa al cratere ci nasconde la vista del lago.
Ai bambini si racconta che nel lago è vietato pescare.
In fondo a questa distesa d'acqua ci sarebbe una sorta di tappo.
Se un amo dovesse prendere il tappo, la laguna si svuoterebbe come un lavandino gigante.
Nel diario di viaggio annoto le mie inpressioni e le scoperte di questo viaggio: i racconti della nostra guida, i paesaggi magici, il mio amico imprudente, l'ambulatorio, la genesi dell'isola, la giungla, la vespa guerriera, il lavandino gigante e il mago.
E' una settimana che viviamo isolati dal mondo, in un universo di sogno, in una favola "ometepea".
Se Harald dovesse raccontarla, comincerebbe di certo con: "C'era una volta un piccolo seme magico...".


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