martedì 13 luglio 2010

RUSSIA - LA RIVINCITA DI PERM.

La città russa ai piedi degli Urali,ex campo di prigionia sovietico, aspira a diventare un punto di riferimento della cultura internazionale.

Il cielo plumbeo incombe sulla città: una sensazione che toglie il fiato.
E' difficile trattenere i brividi in questo museo del gulag, l'unico del suo genere in tutta la Russia.
Impossibile non sentirsi perseguitati dalle ombre che s'intravedono dietro le porte delle celle, alla luce tremolante dei miseri bagni di un tempo, semplici fori scavati nel pavimento avvolti da sciami di mosche.
Gemiti che sembrano usciti direttamente dalle pagine delle "Memorie della casa dei morti" di Fedor Dostoevskij.
Voci che gridano "Russkoe bednoe, russkoe bednoe", che riecheggiano il seicentesco "Povera Russia!" dell'arciprete Avvakum.
Le voci non sono frutto della mia immaginazione: vicino al vecchio gulag c'è un istituto psichiatrico.
I pazienti non sono autorizzati a entrare nel museo, ma conoscono tutti i varchi nel recinto di filo spinato e queste celle sono il loro parco giochi.
Spesso i giochi proseguono finchè nella vicina Perm, ai piedi degli Urali, il sole spunta all'orizzonte prima che in qualunque altra città d'Europa.
La città si sta lasciando alle spalle gli anni bui per trasformarsi in un centro culturale di rilievo internazionale.
Il cambiamento non ha solo a che fare con il museo del gulag, ma anche con le gallerie d'arte, i palazzi d'epoca stalinista convertiti in musei, il balletto e il teatro d'avanguardia allestito davanti alle rovine delle fabbriche di armamenti.